Attraversato l’affascinante Ponte dei Mulini, si entra a Cittadella di Porto.
Una diffusione abitativa tipica delle espansioni urbane post belliche delle città italiane, caratterizza questa parte di città al di là del Mincio, dove si incontrano i quartieri di Cittadella, Gambarara, Colle Aperto e Ponte Rosso.
Nonostante ciò il nome “Cittadella” evoca l’origine di quest’area come una città fortificata. Si trattava infatti dell’avamposto militare della città di forma pentagonale con baluardi a cuneo iniziata nel 1531 dal Duca Federico II Gonzaga e portata avanti dal cardinale Ercole Gonzaga e dalla duchessa Margherita Paleologa, tra il XVI e il XVII secolo.
La Cittadella era la fortezza posta a protezione del Ponte dei Mulini che non solo costituiva uno dei principali accessi alla città ma, soprattutto, era l'opera principale di quel sistema idraulico che determinava la vera difesa di Mantova: i suoi laghi.
La Cittadella, dopo la presa degli asburgici, fu potenziata all’inizio del XVIII secolo e il bacino interno venne trasformato in darsena militare: collegamento fluviale di fondamentale importanza in caso di assedio.
Questo ruolo militare, Cittadella di Porto lo adempì fino alla fine del 1866, quando Mantova fu annessa al Regno d’Italia: da quel momento in poi il suo ruolo strategico di difesa decadde progressivamente.
I bombardamenti della seconda guerra mondiale e le progressive espansioni secondo le logiche della città moderna hanno trasformato la forma urbis di matrice militare che caratterizzava questo avamposto urbano, cancellando il passato fortificato di questa parte di città, della quale non rimangono che alcuni frammenti della cortina muraria, il bastione, detto della Madonna, la darsena e uno degli accessi alla cittadella: Porta Giulia.